Ovvero per gli uomini come me e te.
Tifosi semplici, i quali trovano un rifugio nel sostenere la propria squadra. Uomini per cui vedere la propria squadra scendere in campo significa tutto e che farebbero di tutto per far sì che ciò accada.
Siamo forse troppo romantici, ma affermiamo ancora con convinzione che il calcio ci appartiene. Non appartiene a nessun presidente, a nessun padrone e né tanto meno alle televisioni, il calcio non è una macchina da soldi. Il calcio è per gli uomini come noi, per la gioia che proviamo ogni fine settimana, quando vediamo „I nostri” scendere in campo.
Abbiamo lavorato tanto per arrivare dove siamo arrivati. Abbiamo superato l’inferno delle serie minori, un periodo meraviglioso per tutti i tifosi viola. Abbiamo dato il nostro esame di maturità in terza serie e ora ci troviamo già al nostro secondo anno di seconda serie. Abbiamo vissuto tante esperienze in questi anni, cercando di lasciare un buon ricordo ovunque siamo andati, siamo stati accolti e visti con amore e con odio, però sempre con rispetto. Quel rispetto che meritano degli uomini che sono partiti dal basso e che hanno stretto i denti per il bene della loro squadra.

Questo abbiamo cercato di fare anche il mese scorso a Șiria, nel duello con gli eterni rivali dell’UTA Arad. Ma questa volta, non abbiamo ricevuto il rispetto meritato. I nostri sostenitori sono stati umiliati e trattati in modo scorretto, essendogli stato vietato l’ingresso ad un evento sportivo, in modo completamente discriminatorio, nonostante fossero in possesso di un valido titolo d’accesso.

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